Padre Andrea Cereser, già cappellano Casa di Reclusione donne VE:

Mi chiedo quale sia la distinzione tra associazionismo cattolico, citato più volte nell’incontro, e quello laico.Io non so dove sia la differenza e il confine tra queste due cose.

Inizialmente nel ’96 è sorta l’associazione laica, Il granello di Senape, poi è diventato Cerchio, la cooperativa che dà lavoro.

Il merito di chi è? Il merito è di Massimo Cacciari, e visto che ha il bicchiere in mano voglio che brindi anche a Cristo, perché è stato l’unico sindaco, e cito una fonte autorevole, che in un anno, agli inizi della cooperativa, è venuto per ben cinque volte in carcere maschile e femminile. Io non so quanti sindaci siano andati in carcere cinque volte. Vuol dire che ci credeva a questa cosa!

Ma in una di quelle volte, una delle ultime, è venuto alla celebrazione del Patriarca Marco Cè al carcere femminile. Mi ricordo bene perché li ho accompagnati fuori e Cacciari ha chiesto a Gianni Trevisan: “ma perché hai scelto come nome dell’associazione il Granello di senape”. Il granello di senape sapete è una parabola del Vangelo, “da dove ti è venuta l’ispirazione”? E rivolgendosi al Patriarca: “faccia un po’ di dottrina a questo giovane qua e gli spieghi cos’è il granello di senape invece che inventare associazioni così che non si capiscono in profondità”.

Grazie.

         In merito alla presentazione fatta da Gianni Trevisan e più volte ripresa da altri interventi, sulla distinzione tra  l’associazionismo cattolico e quello laico, vorrei proporre una personale convinzione.

Va superata questa distinzione anche se ispirata da principi diversi. Quando si interviene sull’umana sofferenza, e sul disagio in genere, si è sempre concordi.

Un particolare che ha contraddistinto gli inizi dentro al carcere delle due associazioni  di “Rio terrà dei pensieri”  e del “Il granello di senape”, a cui si è aggiunta poi la cooperativa “Il cerchio” .

E’ a conoscenza di tutti il fatto di cronaca che lo ha determinato. Voglio ricordare due autorevoli personalità che hanno operato dietro le quinte: il sindaco Massimo Cacciari e il Patriarca Marco Cè.  Entrambi per il diverso ruolo, furono coinvolti direttamente nella drammatica vicenda che ha scosso la città di Venezia.

Posso testimoniare che hanno operato di comune accordo, perché l’iniziativa dell’associazione e della cooperativa sorte tra gli amici divenuti volontari e l’ideatore, detenuto, non venisse ostacolata. Anzi si adoperarono per bloccare il suo trasferimento al penale di  Padova, deciso dalla Direzione Amministrativa Penitenziaria di Roma,  giunto nella fase già avviata. Inoltre incoraggiarono e fecero da volano perché si realizzasse  qualcosa di nuovo, fino allora mai compiuta, nei due istituti veneziani.

Porgo il mio  saluto a Massimo Cacciari, qui presente, che in quel periodo si è recato per ben 5 volte  nell’arco di 18 mesi, nei due istituti veneziani. Le frequenti visite sono state registrate puntualmente da uno dei soci della cooperativa. Posso dire che è stata una singolare attenzione che un sindaco si sia adoperato così tanto per il problema dei detenuti.

Infine ci sono piccoli aneddoti curiosi che confermano lo stesso sentire tra i due, come quella volta che personalmente ho accompagnato all’uscita il Patriarca e il Sindaco dopo la festa dell’Epifania celebrata al carcere femminile. Cacciari ha chiesto al laico, Gianni Trevisan, se era a conoscenza da dove proveniva la parola “Il granello di senape” che ha voluto dare alla sua associazione. Vedendo Trevisan sorpreso e impacciato si è rivolto al Patriarca chiedendogli di spiegare il riferimento evangelico. Tra scambi di battute divertenti, si poteva ben comprendere la stima e apprezzamento.

Concludo dicendo, che il “Granello di senape” prima, e la cooperativa “Il cerchio” poi, hanno potuto realizzare le straordinarie opere di solidarietà, che unite alle iniziative culturali, hanno trovato il consenso e riconoscimento nel mondo del penale e  in tanti eventi nella città di Venezia.

Padre Andrea Cereser